CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STU DI
26-27 marzo 2025
a cura di:
Mario Bevilacqua, Maria Grazia D’Amelio, Helena Pérez Gallard o, Antonio Pizzo
Call for papers
L’iconografia del cantiere con ferisce al fare delle maestran ze un’aura solenne, perpetuand o l’atto del costruire, per sua natura, limitato nel t empo. Solo registrando con imm agini (sui diversimateriali) e con parole (i diari dei lavori) il tempo perituro del cantiere viene immortalato.
Le rappresentazioni dei cantieri dimostrano una continuità di intenti e di finalità per le imprese costruttive in tutti i tempi. In esse, il tem po del costruire è fissato, su supporti eterogenei, la cuidi versità corrisponde non solo all’evoluzione delle tecniche, dall’incisione alla fotografia, al cinema, ma anche a istanze economiche, propagandistiche e artistiche differenti.
Ad esempio, lo sforzo materiale di incidere l’immagine di un cantiere nella pietra si sposa con la volontà di eternare la tecnologica dei processi di costruzione, dall’ingegnoso trasferimento di grandi blocchi monolitici, come nel caso dei rilievi assiri descritti nell’Ottocento da Paul Emile Botta e Félix Thomas, alla celerità e all’efficienza della costruzio ne, come suggerito dai rilievi di opere militari sulla Colonna Traiana . In tutti i casi, l’operosità del cantiere, gremito di uomini e di macchine, celebra il prestigio e la solidità economica e la superiorità tecnologica. L’uso della fotografia è prezioso anche per documentare le campagne di scavo archeologico, come quelle degli anni Trenta del Novecento condotte a Pompei.
Nata in un periodo di ferventi interventi di modernizzazione urbanistica, la fotografia ha contribuito a perpetuare la memoria della costruzione di nuovi edifici e quelle delle decostruzioni distrutture vetuste, come attestano gli scatti di Charles Marville con le demolizioni nel tessuto storico di Parigi, o di altri fotografi che documentano i diradamenti di Roma. Al contempo, si raffigurano anche le grandi opere infrastrutturali realizzate nelle metropoli dell’Ottocento, dai ponti di Parigi, alla metropolitana di Londra, ai muraglioni del Tevere e alle nuove grandi stazioni che cominciano a servire le maggiori città d’Europa. Straordinari per numero, livello di dettaglio e scala dei soggetti, i celebri reportage fotografici sulla costruzione di grandi monumenti, dalCrystal Palace r itratto da Philip Henry Delamo tte al Nuovo Louvre immortalat o da Éduard Denis Baldus, al teatro dell’Opera di Parigi seguito da Delmaet e Durandelle, provano un consapevole uso delle potenzialità delle immagini fotografiche nell’attestare le grandi committenze statali.
Ma la fotografia del cantiere è utile anche ai progettisti, alle imprese e ai committenti privati per una efficace gestione del processo edilizio e per il controllo dell’immagine uffici ale che si vuoleveicolare. Tanto che già sul finire dell’Ottocento nascono in tutta Europa studi di fotografia specializzati nella fotografia di edifici e infrastrutture. Nel Novecento l’avvento delle immagini in movimento promuove un nuovo modo di intendere il cantiere, spesso riprodotto a scopo documentario- propagandistico (si pensi ai c inegiornali Luce o ai frames d ei film). Fino ad arrivare alla ricostruzione del dopoguerra, con ponteggi e cantieri a far da sfondo alle epiche trasformazioni urbane e sociali del cinema neorealista.
Queste differenti tipologie di rappresentazione del cantiere sono fonti imprescindibili pe r la conoscenza storica e tecnica dei manufatti. Allo stesso tempo, a uno sguardo più ampio, offrono spunti di riflessione sulla loro natura e scopo. Considerando l e varie implicazioni che la ra ppresentazione del cantiere pu ò avere, il convegno si interroga sul substrato artistico, simbolico e ideologico che ha promosso (e continua promuove) la raffigurazione dell’atto del costruire.
Per rispondere a tali domande, esso si rivolge a studiosi di discipline diverse per rintracciare, attraverso un approccio multidisciplinare, i molteplici aspetti che accompagnano il fenomeno.
Tematiche:
à Sessione I – Immorta
Sessione II – Cantieri teatrali: i grandi lavori nelle città europee (XVIII-XIX secc.) e le campagne di scavo archeologico
à Sessione III – Canti eri d’inchiostro e di celluloi de come fonti di conoscenza
à Sessione IV – Rappresentazione del potere
à Sessione V – Cantier
à Sessione VI – Mostra Fotografica posters
Si invitano gli autori a presentare il loro contributo su tali aspetti ed eventuali altri qui non contemplati. Le proposte dovranno essere inviate inderogabilmente entro il 15 novembre 2024 all’indirizzo mail cantieridaeternare@gmail. com e dovranno contenere: titolo dell’intervento; nome, cognome e istituzione di afferenza dell’autore; abstract dell’intervento (massimo 500 parole); un’immagine relativa al contenuto della proposta (formato .jpg, 1024 x 768 pixel); breve biografia scient ifica del proponente (massimo 150 parole). L’esito della valutazione sarà comunicato entro il 10 dicembre 2024. Le lingue del convegno sono: italiano, spagnolo, inglese e francese.
Il convegno avrà luogo a Roma il 26 e 27 marzo 2025, all’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede e all’EEHAR-CSIC Roma. La partec ipazione è gratuita. Le spese di allogg io sarannocoperte dagli organizzatori del convegno. È prevista la pubblicazione degli Atti previo referaggio.
INFO
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Cantieri da eternare. Immagini del costruire dall’inchiostro alla celluloide
Convegno internazionale, Roma 26-27 marzo 2025 Roma,
Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede
Ambasciata di Spagna presso la
EEHAR-CSIC Roma (Escuela Españ ola de Historia y Arqueología en Roma)
RESPONSABILI SCIENTIFICI
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Mario Bevilacqua, Centro di St udi sulla Cultura e l’Immagine di Roma
Maria Grazia D’Amelio, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Helena Pérez Gallardo, Universidad Complutense Madrid
Maria Grazia D’Amelio, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Helena Pérez Gallardo, Universidad Complutense Madrid
Antonio Pizzo, EEHAR-CSIC Roma
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Lorenzo Grieco, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Carlos Lozano Guillem, Univers ità degli Studi di Roma Tor Ve rgata
Federico Marcomini, Università degli Studi di Firenze
Federico Marcomini, Università degli Studi di Firenze
ORGANIZZATO DA
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Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma
Sapienza Università di Roma
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Grupo FRIA / Universidad Compl utense de Madrid
EEHAR-CSIC Roma
EEHAR-CSIC Roma
CON LA COLLABORAZIONE DI
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Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede
EEHAR-CSIC Roma
EEHAR-CSIC Roma
CON IL CONTRIBUTO DI
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Proyecto I+D PID2021-125494NB-I00 “Proyectar sobre el pasado. Usos, restauraciones y restituciones en la arquitectura europea del siglo XVI al XXI”, Agencia Estatal de Investigación,Ministerio de Ci encia e Innovación del Gobierno de España
Ministero della Cultura, Direz ione generale Educazione, Rice rca e istituti Culturali
Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Ministerio de Ciencia e Innova ción del Gobierno de España
CONTATTI
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